Celebrata a Borgo Tressanti, nel cuore del tavoliere dauno, la Festa dei lavoratori con la Santa Messa presieduta da Mons. Luigi Renna, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, con la partecipazione delle segreterie territoriali di Cigl, Cisl e Uil.
Al termine, Carla Costantino, segretario generale della Cisl di Foggia ha consegnato il messaggio dedicato al ‘Primo Maggio’.
«“Il lavoro ha dentro di sé una bontà e crea l’armonia delle cose e coinvolge l’uomo in tutto… È la prima vocazione dell’uomo: lavorare. E questo dà dignità all’uomo”.
Le parole di Papa Francesco sono più di una guida e racchiudono parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Sono verità, speranza, diritti, doveri e responsabilità.
E sembrano, non solo idealmente, aprire allo slogan unitario di quest’anno per la Festa del lavoro: ‘L’Italia si cura con il Lavoro’.
Del resto proprio per avvalorare la dignità di cui parla Papa Francesco, il lavoro può e deve rappresentare la cura del nostro Paese, soprattutto in questi mesi drammatici nei quali contiamo le ferite dolorosissime della pandemia sanitaria, economica e sociale. La pandemia che ci ha visto vittime tutti, i particolar modo i fragili, che ha visto quasi un milione di persone perdere il lavoro, che ha aperto voragini di tenuta sociale e creato difficoltà in molte famiglie.
Ecco perché ‘L’Italia si cura con il lavoro’, ma possiamo liberamente e con grande convinzione dire ‘La Capitanata si cura con il lavoro’.
Perché probabilmente la ripresa da questi mesi terribili passa attraverso una duplice opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire.
Da una parte con il lavoro in sicurezza, sia a protezione dal Covid, sia con quella sicurezza necessaria sui posti di lavoro.
E dall’altra parte la certezza che solo attraverso il lavoro si potrà uscire dalle sacche mobili della crisi. Infatti, solo garantendo il lavoro, solo intervenendo per favorire nuove strade all’occupazione potremo sperare in uno scatto risolutore per il futuro della nostra terra.
Per questo tutti abbiamo la responsabilità di favorire questo percorso, seguendo le coordinate della solidarietà e del dovere.
A partire dalle istituzioni.
La Dottrina Sociale della Chiesa insegna che ‘il dovere dello Stato non consiste tanto nell’assicurare direttamente il diritto al lavoro di tutti i cittadini… quanto piuttosto nell’assecondare l’attività delle imprese, creando condizioni che assicurino occasioni di lavoro, stimolandola ove essa risulti insufficiente o sostenendola nei momenti di crisi’.
Ecco perché saranno decisive e fondamentali le scelte del Recovery Plan che dovranno assecondare le vocazioni di ogni territorio, e nel nostro caso della nostra terra di Capitanata.
Perché saranno fondamentali i progetti per l’agroalimentare, i programmi per potenziare la medicina territoriale e le infrastrutture materiali e immateriali.
Sarà importantissimo attuare una politica della formazione qualificata, che dia spazio alla meritocrazia senza tralasciare le opportunità garantite a tutte e a tutti, giovani in primis e donne in particolare.
Perché dovranno essere reali gli investimenti sul turismo, le agevolazioni per gli investimenti produttivi, le garanzie per intercettare nuove figure lavoristiche e la cooperazione sociale a protezione delle fasce deboli e dei soggetti fragili. E perché quotidianamente non potrà mancare un welfare attivo per gli anziani, con gli interventi mirati per contrastare le povertà diffuse e potenziare nuove vie per l’inclusione degli stranieri.
Noi oggi non festeggiamo solo il lavoro e tutti i lavoratori, noi oggi alimentiamo la speranza e ci affidiamo alla Memoria di San Giuseppe Lavoratore, Patrono della Chiesa Universale, al quale proprio Papa Francesco ha dedicato l’intero anno.
E la nostra speranza non sarà una goccia lanciata nelle onde dell’incertezza, perché dovrà trovare forza inesauribile attraverso le alleanze tra istituzioni, forze sociali e Chiesa.
Con il lavoro al centro, il lavoro che è la forza incrollabile del nostro vivere.
Ogni giorno.»